Come cambia la customer experience tra Gen Z e Boomers: Retail e generazioni a confronto
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Si tratta davvero solo un termine alla moda? Oppure rappresenta un approccio strategico indispensabile per chi vuole pianificare la comunicazione in modo efficace?
Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di full funnel marketing. Una definizione che circola con frequenza in meeting, piani media e presentazioni commerciali, tanto da sembrare quasi una buzzword. Ma è davvero solo un termine alla moda? Oppure rappresenta un approccio strategico indispensabile per chi vuole pianificare la comunicazione in modo efficace?
La risposta è chiara: il full funnel marketing non è un’etichetta vuota, ma un metodo strutturato che consente di governare lac omplessità del customer journey contemporaneo. In un contesto frammentat oe competitivo come quello attuale, rappresenta una delle chiavi per costruire campagne che non solo catturano l’attenzione, ma la trasformano in relazione ei nfine in azione.
Il termine “funnel” significa letteralmente imbuto e rappresenta il percorso che un cliente compie da quando entra per la prima volta in contatto con un brand fino a quando diventa cliente fedele.
Le fasi principali sono quattro:
Il funnel marketing non lavora su una sola di queste fasi, ma le considera tutte. Questo significa progettare una strategia unica, in grado di coprire l’intero percorso con coerenza, evitando dispersioni e ottimizzando ogni punto di contatto.
Oggi i consumatori sono bombardati da stimoli e hanno un’attenzione sempre più ridotta.
Basta pensare a questi dati: secondo diverse ricerche, in media un utente passa da 6 a 8 ore al giorno online, spalmate su più dispositivi, e riceve centinaia di messaggi pubblicitari quotidianamente. In questo scenario, diventa fondamentale non solo essere presenti, ma anche essere rilevanti nel momento giusto.
Il full funnel marketing ti permette di farlo perché:
In altre parole, non si tratta di un approccio ridondante, bensì di una necessità strategica per qualsiasi brand che voglia competere e crescere.
La vera forza del funnel marketing è la sua capacità di coniugare creatività e dati.
Un piano full funnel non si limita a distribuire messaggi diversi nei vari canali: li integra in modo dinamico, misurandone l’efficacia e ottimizzandoli costantemente.
Attraverso strumenti come A/B test, heatmaps, modelli di attribuzione e reportistica avanzata, le aziende possono capire cosa funziona e cosa no, spostando rapidamente le risorse verso le leve più performanti.
Questo approccio data-driven trasforma il funnel da schema teorico a strumento operativo concreto, capace di generare risultati misurabili.
Vediamo alcuni esempi pratici di strumenti che possono essere utilizzati nelle diverse fasi:
La vera sfida non è utilizzare questi strumenti singolarmente, ma integrarli in una strategia coerente, che accompagni l’utente dall’inizio alla fine.
Spesso si tende a pensare che il funnel si chiuda con la conversione. In realtà, la fase di loyalty è quella che assicura continuità e ritorno sull’investimento.
Un cliente soddisfatto non solo ripete l’acquisto, ma puòdiventare un vero e proprio ambasciatore del brand, contribuendo alla reputazione e al passaparola positivo. In questa fase, strumenti come newsletter personalizzate, programmi fedeltà e comunicazioni one-to-one giocano un ruolo determinante.
Il full funnel marketing non è una buzzword, ma un approccio indispensabile per comunicare in modo efficace nell’era della frammentazione digitale. Significa pianificare con metodo, scegliere i canali giusti per ogni fase, integrare dati e creatività e, soprattutto, non fermarsi alla conversione, ma guardare alla costruzione di relazioni durature.
Per chi pianifica comunicazione, questa è la sfida: non solo arrivare al consumatore, ma accompagnarlo lungo tutto il suo percorso, dal primo sguardo fino alla fidelizzazione.
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