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Page Rank di Google: molto più di un semplice nome

Il Page Rank di Google oggi non è una metrica visibile al pubblico, ma resta comunque alla base dell'algoritmo di attribuzione di autorevolezza utilizzato dal colosso di Mountain View. Scopriamo insieme cosa è e perché è così importante.

Hai mai sentito parlare di Page Rank di Google? Sicuramente, se mastichi SEO da un po’ di anni, ricorderai che un tempo si trattava di un valore ben preciso, indicato all’interno di una Toolbar e utilizzato come metrica di riferimento per misurare l’autorevolezza di una pagina web. Quanto più era alto il valore del Page Rank, maggiori erano le probabilità di ritrovarsi tra le prime posizioni della SERP di Google. Quanto più riuscivi ad aumentare il tuo punteggio, tanto più risultava funzionante la tua strategia SEO.

Oggi il Page Rank sembra non essere più un’ossessione come un tempo. Ma il motivo è solo uno: non è più una metrica visibile al pubblico.

Breve storia del Page Rank

Il Page Rank di Google è un brevetto di Larry Page, fondatore di Google insieme a Sergey Brin. Si tratta essenzialmente di un valore numerico (da 0 a 10) assegnato da Google a ogni pagina web in base alla quantità e alla qualità di link che indirizzano a quella pagina.

Più approfonditamente, questo valore è il risultato in scala logaritmica di un complesso algoritmo. Senza addentrarci in troppi tecnicismi, ciò significa che i valori più alti della scala sono centinaia, se non migliaia, di volte più grandi rispetto ai valori più bassi.

L’elemento chiave che caratterizza il Page Rank è che si tratta di un valore “trasmissibile” da una pagina all’altra. Questo vuol dire banalmente che un sito web acquisisce autorità se ottiene un link in ingresso da un altro sito con Page Rank più alto.

La Google Toolbar fu introdotta nel 2000 e permetteva di visualizzare il Page Rank del nostro sito e dei concorrenti. Da quel momento, la corsa all’aumento del Page Rank divenne come la febbre dell’oro. Gli esperti SEO cominciarono a concentrarsi solo ed esclusivamente su quel valore per migliorare il posizionamento organico delle pagine. L’obiettivo era quindi quello di ottenere quanti più link possibili provenienti da pagine web con un alto punteggio.

Page Rank Toolbar

Ovviamente, di lì a poco cominciò una vera e propria compravendita di link, che permetteva di manipolare il Page Rank tramite l’uso del denaro. Da qui nacquero le famose link farm, ossia pagine web contenenti un altissimo numero di link con il solo scopo di aumentare il PR dei siti che ne facessero uso.

Per questo motivo, nel 2016 giunse la decisione da parte di Google di ritirare la Toolbar e rendere questa metrica non visibile, pur mantenendola parte integrante dell’algoritmo tutt’oggi in vigore.

Ma come funziona il Page Rank?

seo ranking

Il primo brevetto si basava su un sistema a punti assegnati a una pagina web in base ai link provenienti da altre pagine web. Quindi, più link indirizzavano a una pagina, più essa acquisiva punti e maggiore era la sua attendibilità.

Il calcolo, tuttavia, andava ben oltre: i link provenienti da pagine diverse non avevano lo stesso valore. Un link proveniente da una pagina con Page Rank più alto conferiva alla pagina di destinazione più punti rispetto a una pagina con Page Rank più basso.

Questo passaggio di punti da una pagina web a un’altra è chiamato link juice.

Elementi base del Page Rank

Naturalmente, c’erano e ci sono tutt’ora altri elementi su cui si basa il Page Rank, anche se il modo in cui contribuiscono è cambiato nel corso del tempo.

L’anchor text

All’inizio, l’anchor text era cruciale per il posizionamento di una pagina. Come potrai approfondire all’interno del nostro articolo dedicato alla link building, ci sono diversi tipi di testi di ancoraggio. Un tempo era fondamentale creare quanti più link possibili che avevano come ancora la keyword a corrispondenza esatta. Oggi non è più così: troppa omogeneità di anchor text è vista da Google come poco naturale, i link vengono considerati tossici e si incorre in pesanti penalizzazioni.

Probabilità di clic

Nel 2004 venne introdotto il brevetto Reasonable Surfer, che attribuiva maggior punteggio ai link che avevano maggiori possibilità di essere cliccati. Questo elemento è considerato molto rilevante anche oggi: ciò significa che link a pagine come “termini di servizio” o “informativa sulla privacy” che si trovano ad esempio nel footer avranno meno autorevolezza rispetto a link che si trovano nel corpo del testo.

Internal linking

Una buona rete di link interni tra i contenuti del nostro sito web contribuisce a migliorare il Page Rank delle pagine, conferendo autorevolezza anche a pagine che non possiedono altri link di ingresso.

Se desideri approfondire questo aspetto, leggi la nostra guida alla creazione di link interni.

Do follow vs no follow

Un tempo, l’attributo NoFollow serviva a “nascondere” il link dal crawling di Google. In questo modo, tutti i link con questo attributo non venivano presi in considerazione per l’attribuzione del Page Rank.

A partire dal 2009, tuttavia, non è più esattamente così: nonostante i link NoFollow non vengano presi in considerazione per l’indicizzazione dei contenuti, il Page Rank viene distribuito tra tutti i link, siano essi DoFollow o NoFollow.

Quanto conta oggi il Page Rank?

Come abbiamo detto prima, la barra che indicava il punteggio di Page Rank è sparita già da un po’ di anni. Ma questa metrica non è stata archiviata: nel 2017, infatti, gli esperti di Google hanno confermato di star ancora utilizzando il Page Rank.

Oggi l’algoritmo è molto più complesso e non è mai stato reso pubblico da Google. Per questo, non è possibile misurarlo autonomamente.

Per ovviare a questo problema, numerose suite di strumenti dedicati alla SEO hanno rilasciato delle proprie metriche di autorità, come ad esempio L’Authority Score di Semrush o il Page Rating di Ahrefs.

Queste metriche si basano sempre su dati di backlink, ma non sono da intendere come sostitutive del Page Rank. Tuttavia, possono fornire informazioni utili sul profilo di backlink sia nostro che dei concorrenti.

Oggi Google premia le pagine web non solo in base al profilo di backlink ma anche in base alla user experience offerta.

La tua strategia SEO sarà davvero efficace se riuscirai a ottenere link da siti autorevoli e costruirai una solida rete di link interni, offrendo al tempo stesso contenuti pertinenti e un’esperienza di navigazione fluida e scorrevole.

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